Altre tipologie di GIN
Facciamo luce su alcune tipologie che non sono già state trattate nell’articolo IL GIN…
Bathtub Gin
Gin della vasca da bagno, cosi veniva chiamata ai tempi del proibizionismo quando tra il 1920 e il 1933 negli Stati Uniti sono stati vietati la fabbricazione, la vendita, l’importazione e il trasporto di bevande alcoliche: molti americani non hanno voluto rinunciare all’alcol e così sono nati bar clandestini, i famosi “Speakeasy” (oggi tornati di moda in “versione legale”) e gli alcolici venivano prodotti illegalmente: il gin veniva fatto riempiendo delle vasche (spesso vere vasche da bagno) di alcol assieme alle erbe in infusione. Una tecnica molto semplice che consiste nel mettere in infusione appunto in una vasca (ora si usano serbatoi di acciaio inox) il ginepro e le altre botaniche. Una volta passato il tempo necessario avviene la filtrazione e il gin viene imbottigliato cosi com’è. Questi gin non sono perciò trasparenti (perchè non vi è distillazione) ma assumono il colore naturale dato dall’infusione delle botaniche.
Alcuni esempi di questa tipologia di gin sono Roby Marton, Gin 847, Gin Clandestino e l’omonimo Bathtub Gin
Sloe Gin
Lo Sloe gin è ottenuto partendo da un Gin a cui vengono aggiunti prugnoli selvatici, anche in quantità considerevoli, e zucchero. La gradazione alcolica è solitamente più bassa rispetto a quella dei gin, di solito 26-28 % vol (da normativa il grado minimo è 25% vol), poichè l’acqua contenuta nelle bacche va a diluire il gin usato come base.
Veniva offerto dalle famiglie inglesi come liquore di benvenuto o utilizzato come digestivo.
Sta ritornano in auge in questi anni trascinato dall’interesse che ruota intorno al gin e anche le distillerie più commerciali ormai annoverano uno Sloe tra i prodotti proposti e alcuni sono veramente di qualità elevata.
Esempi di questa tipologia di gin (che sarebbe più corretto chiamare liquore) sono Hayman’s Sloe Gin, Plymouth Sloe Gin, Herno Sloe Gin, Sipsmith Sloe Gin.
Nota: in realtà lo Sloe Gin non è molto diverso come composizione da quello che in Italia conosciamo come Bargnolino (zona di Parma e Piacenza) o come Prugnolino. Di fatto è un liquore di prugnoli. La differenza sta nella base, per lo Sloe è gin, qui in Italia usiamo alcol buongusto o grappa e nella quantità di zucchero e di prugnoli utilizzata.
Compound
Su questo termine c’è molta confusione, la normativa ufficiale non ne parla, perciò possiamo dire che è un “termine di uso comune” che però ognuno usa e interpreta un po’ come gli pare. E questo è sbagliato perchè crea confusione.
Compound significa semplicemente composto perciò tecnicamente parlando tutti i gin sono compound ( se per comporre intendiamo unire diversi distillati e/o ingredienti) l’unico a non esserlo è quello prodotto con tecnica London Gin in cui tutte le botaniche vengono inserite nella caldaia dell’alambicco insieme al ginepro e quindi viene prodotto con una distillazione unica.
Un Gin Compound può perciò passare dalla distillazione oppure no ed essere perciò trasparente oppure no.
Genever (Jenever)
Diamo solo alcune nozioni di base senza dilungarci troppo su questo distillato, sinceramente non me ne intendo per nulla.
La tradizione (errata) attribuisce la nascita del Genever al chimico e alchimista olandese Franciscus Sylvius de Bouve, che visse all’inizio del XVII secolo, ma si sa per certo che il Jenever venisse già utilizzato come medicinale nel XVI secolo. Oggi il Jenever è prodotto ad Amsterdam, Schiedam, Groninger e Delft oltre che in parte del Belgio e in alcune zone della Francia che confinano con l’Olanda.
Il Genever è considerato il padre del Gin cosi come lo conosciamo oggi: è un distillato ottenuto dall’unione di due distillati ben distinti: un distillato di alcol aromatizzato al ginepro e altre botaniche e una specie di whisky non invecchiato prodotto a partire da un mosto di cereali di malto, segale e mais.
Tipi:
Oude: uno stile più antico di genever, l'oude è più maltato e più dolce del jonge. L'Oude genever deve contenere almeno il 15% di vino di malto e al massimo il 50%; il resto è acquavite di grano neutro.
Jonge: progettato per attrarre una generazione di bevitori di vodka, Jonge è composto al massimo dal 15% di vino di malto; il resto è alcol di cereali neutro o anche alcol a base di zucchero. Jonge genever ha sempre il sapore meno dello scotch e più della vodka neutra.
Korenwijn: il più maltato del gruppo, deve contenere almeno il 51% di vino di malto, ma non più del 70%.
Esempi di Genever olandesi sono il Bols e il Boomsma.
Plymouth Gin
Meno secco e asciutto ma più morbido e speziato rispetto al London Dry Plymouth è l’unico gin protetto da una IGP (Indicazione Geografica Protetta) sancita con un decreto legislativo dal governo inglese nel 1987, secondo il quale il Plymouth gin può essere fatto solo a nella cittadina di Plymouth ed esattamente nella distilleria di Black Friars, la più antica distilleria d’Inghilterra ancora in funzione, dal 1793.
L’alambicco è lo stesso da 200 anni e il motivo per cui si continua ad usare questo è che si sostiene sia fondamentale per dare determinate caratteristiche al prodotto.
Sicuramente da provare!
Old Tom Gin
Tom Gin. Le sue origini risalgono agli anni Dieci dell’Ottocento, viene preparato a partire da un normale gin a cui vengono aggiunti di zucchero ed eventualmente botaniche (in passato molto utilizzati liquirizia e semi di finocchio), per alleggerire e ammorbidire il gusto.
Mahon Xoriguer e Gin di Vilnius
Unici gin, insieme al Plymouth Gin ad avere la denominazione geografica protetta.
Navy Strength Gin
Infine, tra le varie tipologie di gin, citiamo il Navy Strength Gin, un gin cioè ad alta gradazione alcolica, di solito 57-58%. Tra i differenti tipi di gin, senza dubbio questo è il più forte e intenso di gusto.
Il suo nome nasce nel XVIII secolo, quando parte del corrispettivo dei marinai della Royal Navy Britannica veniva erogato in razioni di alcol, principalmente gin (considerato un rimedio medicinale) che doveva essere rigorosamente ad elevata gradazione alcolica. Ma perche?
Sia il Gin che il rum erano conservati in botti di legno insieme alla polvere da sparo sottocoperta. Nel caso in cui i barili di Gin o rum iniziassero a fuoriuscire e a mescolarsi con la polvere da sparo, il contenuto alcolico doveva essere almeno del 57,15% vol. A questa gradazione la polvere da sparo brucia anche se intrisa di gin!
Il Navy è una nicchia di mercato che però resiste bene da sempre, tra gli estimatori di gin tonic e cocktail martini un po’ più “potenti”.